sabato 31 maggio 2014

Capire, per ricominciare

Ci vuole solo coraggio, o forse buon senso, per capire che le lezioni migliori sono di solito le più dure; e che spesso fra queste ultime c'è la sconfitta.
Anthony Clifford Grayling, Il significato delle cose

Comprendere le ragioni di una sconfitta ha un valore essenziale, nella politica come nella vita; infatti, colui che non si soffermi a riflettere sui propri errori, in caso di  sconfitta, ma se la prenda, ad esempio, con la sfortuna o con altri, è inevitabilmente  destinato ad un nuovo insuccesso.

Vanzaghello non è, ci pare evidente, un paese progressista, ma moderato. Lo dimostra il voto politico per le europee: 1.413 voti per il fronte di centrodestra, 1.074 per il fronte socialdemocratico (comprendendo in esso anche la lista Tzipras ed i Verdi).

Alle elezioni comunali, invece, 1.768 cittadini scelgono la lista di Leopoldo Giani, quasi il 60% dei votanti.
Nessuno ha la sfera di cristallo, ma alcuni ragionamenti  si possono certo proporre, derivano dai numeri.

Anzitutto, è solare come circa 300 persone che hanno votato centrodestra alle europee, nello stesso istante, abbiano dato fiducia ai progressisti a livello comunale. 
Leviamo, ipoteticamente, 300 consensi alla lista del nuovo  Sindaco, attribuiamoli per un istante all’altra, ed ecco che si perverrebbe ad un risultato di quasi parità (per carità, meglio perdere per distacco che di una incollatura, se non altro per il fegato).

Ma così non è stato.

Perché questi elettori moderati non hanno scelto la lista che racchiudeva i simboli di tutti partiti di centrodestra, direttamente o come appoggio esterno ?

Certo, non vi è stato, qui, alcun “effetto Renzi”: sta nei numeri, lo abbiamo visto poco sopra.

Sicuramente ha pesato l’appeal del Candidato Sindaco, il dotto Giani, uomo stimato da tutti, molto conosciuto in paese anche per il suo impegno per i propri concittadini, che bene ha fatto anche come Assessore alla cultura,  e si comprende, dunque, come gli amici del centrosinistra abbiano fatto ogni sforzo per ricandidarlo..... Ma noi, questo, lo avevamo già detto a giugno 2013 ed a settembre 2013: vedi i post “The Manchurian Candidates” e “Voi che Vanzaghello volete”.

Non mancherà, sicuramente, qualche grillino (perdonatemi, io proprio M5S non riesco a pronunciarlo), anzi più d’uno, che ha dato il proprio consenso in quella direzione.

Ma noi riteniamo che vi sia anche un’altra spiegazione (Andreotti dixit….): evidentemente, qualcuno non voleva che questa lista, pur di centro destra, vincesse. Diceva John Harington, scrittore e poeta inglese di fine ‘500, che il tradimento non trionfa mai, perché, se trionfa, nessuno osa chiamarlo tradimento. Ecco: stavolta non ha proprio trionfato. 
Ma lasciamo questi squallori ad altri, meno pubblici e più concreti, momenti.

Che fare quindi?
Anzitutto, prendere atto che la maggioranza eletta dai Vanzaghellesi esce pienamente legittimata dalle urne.
Una maggioranza così ampia, peraltro, è una grande responsabilità per il nuovo Sindaco, Leopoldo Giani.
Pare evidente che egli dovrà ora farsi carico anche delle istanze di quei Vanzaghellesi di estrazione moderata che lo hanno prescelto, fidando in un programma elettorale in cui sono state fatte esplicite assicurazioni.
Ne citiamo, qui, due:
-        -  rendere il PGT più equo e meno rigido;
-         - realizzare la videosorveglianza, per andare incontro al desiderio di sicurezza dei cittadini.

Ora, mentre  è evidente  che i toni dovranno scendere, che occorre dare al dottor Giani perlomeno un’apertura di credito – in totale onestà intellettuale – affinchè egli possa realizzare il suo programma, è evidente che i voti di 1.200 cittadini che hanno scelto noi non potranno essere dimenticati.
Siamo certi che non li dimenticherà il Sindaco, ma di certo noi saremo lì a rammentare le istanze del nostro, di programma elettorale.
Ecco, secondo noi, da dove occorre ripartire: dal merito, dai contenuti, dagli interessi del paese, dei nostri concittadini; noi crediamo che un’opposizione per essere credibile debba essere seria, priva di pregiudizi.


Guai, a non riflettere sulle ragioni della sconfitta.

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