lunedì 12 maggio 2014

MENZOGNE E FAIR PLAY: IL POTERE DELLE PAROLE


Le parole complicate degli psichiatri come quelle dei giuristi, e ancor più di quelle dei politici e dei medici in genere, hanno la funzione di non fare entrare facilmente gli altri nel loro mondo, dato che ormai è risaputo che buona parte del potere passa per l'accesso alle parole ed al loro significato. 

Giorgio Antonucci, I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria, 1986


La campagna elettorale è entrata nel vivo.
Inevitabilmente - come sempre, e dovunque - qualcuno inizia ad usare toni sopra le righe; noi (l'abbiamo detto e lo ripetiamo), non lo faremo.
Ma, perdonateci, non abbiamo certo detto che subiremo passivamente eventuali attacchi.

Siamo stati accusati di aver scritto una menzogna.

La (pretesa) menzogna sarebbe contenuta in un passo di un nostro volantino, titolato "Perchè cambiare" LEGGI QUI PERCHE' CAMBIARE integrale
Questo il passaggio incriminato:


Prima osservazione (legittima) che ci è stata mossa è la seguente : "....non siamo stati noi ad abbattere il vecchio albergo...."
Bene: tra i 5mila e rotti abitanti di Vanzaghello che lo sapevano, mancavamo noi. 
Siamo lieti di essere stati edotti. 
A parte le battute, il riferimento all'abbattimento era evidentemente neutro, impersonale, ossia : una volta che l'albergo è stato abbattuto (da chi non rileva, per quanto qui si discute, come anche i bimbi capiranno). 

La seconda non è stata propriamente un'osservazione; vi è stato chi, con il consueto aplomb britannico, ci ha gentilmente apostrofati di aver scritto una "menzogna" in quanto la ditta edile che ha realizzato il manufatto non lo avrebbe fatto "a scomputo oneri", ma come "benefit".

Sgomenti, ci siamo subito domandati se per caso la ditta in argomento avesse anche omaggiato il Comune di qualche auto aziendale, o di altri benefit concessi di solito ai dipendenti (magari dei buoni pasto) 

Anche qui, al di là delle battute (che - almeno questa passatecela - servono a stemperare), va detto (senza voler qui scrivere un trattato di diritto amministrativo), comunque si voglia chiamare una obbligazione che assume verso il Comune un'impresa nell'ambito di un intervento di trasformazione urbanistica (piano integrato  di intervento, piano di lottizzazione, ecc.) rientra nel campo delle cosiddette "convenzioni urbanistiche", le quali, a loro volta, rientrano nel più ampio genere della c.d. "amministrazione per accordi", in cui le parti assumono obbligazioni di tipo civilistico, contrattuale, senza che il Comune si ponga nella sua veste di Pubblica Autorità.
 Si tratta, in realtà, di veri e propri contratti, in cui ciascuna delle due parti si obbliga a fare o dare qualcosa.

Ci spiace avervi annoiati con la sottolineatura, ma era necessaria per evidenziare tre cose tre: 

1) anche noi conosciamo il significato di - talune - "parole complicate" (cfr. Antonucci, cit.);
2) la ditta in questione, ben lungi dall'idea di fare "un regalo" al Comune, ha assunto l'obbligo di costruire (come lo chiamano altri, non noi) questo "buffo ricovero" in forza di un  contratto con il Comune, contratto con il quale il Comune le ha concesso di realizzare il proprio intervento. In questo contesto, che si parli di scomputo oneri o di altra obbligazione è assolutamente ininfluente;
3) Ciò detto, averci accusato di aver detto una menzogna è, a sua volta, un'affermazione non veritiera.
3) nel contratto, in luogo di questa struttura, si sarebbe potuto chiedere altro (banalmente, l'equivalente del suo valore, appunto € 40.000);
Parleremo della progettazione di questa struttura in un'altra puntata.

Non vi tediamo oltre, ci limitiamo a salutarvi e ad invitarvi a votare per 

Lista n. 1 Vivere LiberaMente Vanzaghello

#lasvoltabuona   





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