però, non insulti.
E' con estremo piacere che pubblichiamo il contributo, intrinsecamente politico, del Settimanale "Settegiorni".
Era proprio questo che auspicavamo qualche post addietro (QUI IL POST DI DOMENICA 20 OTTOBRE, IL PAESE DEI BALOCCHI).
Ci mancherebbe altro che ci mettessimo a polemizzare: ben lieti delle prese di posizione politiche. Avevamo chiesto attenzione ai temi politici del paese (anche se in disaccordo con le nostre idee), e così è stato.
Anzi, siamo doppiamente lieti, perché, finalmente, si toglie alle sinistre la principale argomentazione strumentale di questi anni, ossia l'assedio mediatico.
E, poi, diciamolo pure, il post cui fa riferimento l'articolo non era certo una corrispondenza d'amorosi sensi.
Però, un paio di precisazioni vorremmo farle.
Si parla di insulti.
Ci permettiamo di trascrivere qui parte di un articolo vergato da Antonio Gramsci sull'Unità nel 1925.
Massimalismo ed estremismo
di Antonio Gramsci
"L'Unità, 2 luglio 1925
Il compagno Bordiga si offende perché è stato scritto che nella sua concezione c'è molto massimalismo. …
La quistione però è un'altra. Il massimalismo è una concezione fatalistica e meccanica della dottrina di Marx. …
Ma c'è anche il massimalista che non è nel Partito massimalista, e che può essere invece nel Partito comunista. Egli è intransigente, e non opportunista. Ma anche egli crede che sia inutile muoversi e lottare giorno per giorno; egli attende solo il grande giorno….
Tutto il periodo prerivoluzionario si presenta come un'attività prevalentemente tattica, rivolta ad acquistare nuovi alleati al proletariato, a disgregare l'apparato organizzativo di offesa e di difesa del nemico, a rilevare e ad esaurire le sue riserve. Non tener conto di questo insegnamento … significa essere massimalisti, cioè pronunziare grandi frasi rivoluzionarie, ma essere incapaci a muovere un passo nella via della rivoluzione.
Lungi da noi voler dare lezioni (siamo semplici studenti della politica), ma dare del massimalista - o dell'estremista - non è un insulto: è una precisa nozione politica, che richiama l'atteggiamento di chi applica un'impostazione autoreferenziale che esclude qualsiasi margine di confronto.
Si parla di giudizi antidemocratici.
Per dare patenti di democrazia, perdonateci, occorrerebbe conoscere i fatti accaduti a Vanzaghello in questi cinque anni (un breve colloquio con RSD potrebbe giovare).
Peraltro, la simpatica definizione di "scaramucce" con cui vengono bonariamente definite le prese di posizione delle sinistre (minacce di querela comprese) già la dice lunga.
Ripetiamo : bene.
Il pluralismo dell'informazione, secondo noi, è il centro stesso della democrazia.
Non ci sentirete mai parlare stizziti di "certa stampa", come qualcun altro; anzi, saremmo felici di confrontarci nel merito (per una volta).
Lo Staff di LiberaMente
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