L'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (Arpa), ha predisposto in un anno e mezzo una indagine richiesta dai Comuni aeroportuali sulla qualità dell'aria intorno allo scalo.
Rispetto a quanto stabilito nel 2011 dalla Corte d'Appello di Milano (sentenza Quintavalle, che ha condannato Sea e il ministero a risarcire 7,5 milioni di euro a dei proprietari di boschi accanto alle piste, per la morìa di ben 150 mila alberi a causa dello smog generato dall'aeroporto), le conclusioni sono sorprendenti.
Lo studio di Arpa è stato svolto con quattro diverse campagne di rilevazione tra l'ottobre 2011 e l' agosto 2012. Le postazioni di rilevazione sono state posizionate a Somma Lombardo (Terminal 2), a Lonate Pozzolo, a Casorate Sempione e Ferno. Inoltre, sono state fatte anche campagne con laboratorio mobile nei Comuni di Arsago Seprio, Samarate, Golasecca e Vizzola Ticino.
In merito alle emissioni aeroportuali lo studio conclude:
«Non sono stati rilevati impatti significativi sulle concentrazioni di microinquinanti direttamente o indirettamente connessi alle emissioni legate alle attività aeroportuali» e che «ancora non è emerso alcun comportamento attribuibile alle attività aeroportuali». L'analisi degli inquinanti però rilevano anche l'impatto delle «emissioni da traffico veicolare o da combustione di legna», comunque non diverse da quelle di altre parti del territorio regionale simili, come il Magentino e la Brianza" «Pur essendo l'aeroporto una sorgente emissiva importante, non risulta una differenziazione sensibile dello stato di qualità dell'aria rispetto ad altre aree del territorio provinciale».
Le prime reazioni dei sindaci interessati (che tra l'altro proprio oggi avevano un incontro diretto con il Sindaco Pisapia, azionista di controllo di SEA, la società che gestisce gli scali milanesi) sono state di stupore: chi ha torto, ARPA o i periti che hanno compiuto le analisi per la sentenza Quintavalle ?
Noi non abbiamo certo le basi scientifiche per entrare nel merito della dissertazione sui dati.
Registriamo però che secondo il più importante ed autorevole ente ambientale lombardo, l'inquinamento dell'aria della zona sarebbe in linea con quello di altre zone del territorio circostante.
In attesa che si faccia chiarezza, ci limitiamo a sottolineare che, in un momento in cui centinaia di lavoratori di SEA Handling (di cui molti dei nostri paesi), rischiano di perdere il posto di lavoro, ed in assenza di prove certe, forse è il caso di riflettere più a fondo sulle opportunità, specie occupazionali e commerciali, che la vicinanza dello scalo porta ai nostri territori, senza considerare Malpensa esclusivamente come un nemico da combattere.
Se gestita con attenzione, la presenza dello scalo può certamente favorire l'economia del territorio, ovviamente purchè si scongiurino inutili scempi.
Lo Staff di LiberaMente
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