Un
recente Convegno (Sassari, 18 marzo 2013) sul tema " Perequazione
urbanistica e mercato dei diritti edificatori: esperienze giuridiche a
confronto" offre lo spunto per riflettere sul tema della
perequazione nel PGT di Vanzaghello.
Sotto
il nome di perequazione vengono inseriti fenomeni diversi.
Il
PGT di Vanzaghello attua la cosiddetta "perequazione
compensativa": il Comune attribuisce diritti edificatori a zone
(zone a compensazione ambientale) non
edificabili. I proprietari delle aree
possono cedere tali diritti a chi intende costruire ove è permesso. Dopo la
cessione dei diritti, l’area viene poi acquisita dal Comune, divenendo area di
proprietà pubblica soggetta a vincoli ambientali.
Questo,
in teoria.
In
pratica, a Vanzaghello in 6 anni (PGT approvato nel 2007) non
si è mai registrato un contratto di scambio di diritti edificatori.
La compensazione ambientale non funziona, e non
sono sufficienti le modeste modifiche della variante adottata nel 2012.
Non
ci si può limitare a dire che la colpa è del mercato edilizio: vanno ricercate
altre soluzioni, occorre intervenire sulle
regole.
Infatti,
i proprietari dei terreni delle aree di compensazione continuano
a pagare l'IMU su dei terreni di cui di fatto sono stati espropriati, e
questo, per chi crede nella centralità della proprietà privata, appare iniquo (mentre “perequazione” dovrebbe
significare maggiore equità).
Alcuni spunti
dall'esperienza estera.
Interessante,
nella legislazione francese, il "droit de delaissement", diritto di abbandono. Quando l’amministrazione
dispone della prelazione su un terreno, il proprietario ha
la possibilità di proporre la vendita immediata del terreno alla stessa
amministrazione, costringendola a decidere in breve tempo che
intende fare; decorso il termine, il proprietario è libero.
Negli Stati Uniti (culla delle
perequazioni e compensazioni), nelle aree tutelate sotto il profilo ambientale,
i terreni vengono divisi in due categorie: sending areas (terreni non
edificabili, che cedono i diritti edificatori) e receiving areas (che
ricevono i diritti).
Nei casi di scarsa domanda, per evitare il blocco
del sistema, interviene un'istituzione pubblica, la "banca dei diritti", che può essere creata anche
dalle Municipalità.
Essa
interviene ad acquistare i diritti per la futura
cessione a terzi.
La
Legge Urbanistica della Regione Lombardia, 12/2005, prevede all'art. 11 un
meccanismo non identico ma potenzialmente utile, non recepito nel PGT di Vanzaghello:
il registro dei diritti edificatori.
Inoltre,
le aree riceventi sono fortemente diffuse sul territorio: si tratta della “perequazione generalizzata”, presente
anche in Spagna.
Il
beneficio è evidente: se si
concentrano eccessivamente le aree in cui questi diritti possono
essere “spesi”, diminuisce proporzionalmente la possibilità di trovare
imprenditori interessati.
Anche
dall'esperienza internazionale vengono quindi spunti per ricondurre ad equità
uno strumento urbanistico che appare
pesantemente sperequativo nei confronti dei proprietari delle aree a
compensazione.
Delle
modifiche utili ed incisive al Piano, in
occasione della recente variante, avrebbero potuto essere, ad esempio:
·
l’ampliamento delle aree c.d. receiving;
·
una maggiore diffusione
territoriale delle aree “sending”, ossia vincolate. Anziché creare “barriere
verdi” in zone dove è dubbia la loro utilità, preservare zone a verde diffuse
nel paese, magari con previsione di infrastrutture di pubblica utilità;
·
una maggiore incentivazione premiale (indici più
elevati) per i costruttori che utilizzano questi diritti, facendone anche
crescere la quotazione.
Alla
luce dei risultati, forse sarebbe stato più
equo utilizzare i vecchi vincoli, almeno dopo 5 anni, in caso di
reiterazione, i proprietari sarebbero stati indennizzati.
Forse,
era proprio questo che si voleva evitare.
Lo
staff di LiberaMente
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