Art. 29 della Costituzione
La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
Bene, parliamo
di politica.
Per noi, parlare di politica significa parlare di contenuti.
La
coalizione di centro sinistra vede al suo interno Nichi Vendola ed il Sindaco
di Milano, l’avvocato Giuliano Pisapia, ambedue dichiaratamente schierati a
favore delle unioni omosessuali.
Lo
scorso luglio abbiamo chiarito il nostro pensiero a proposito delle cosiddette
unioni civili (LEGGI QUI L'ARTICOLO DI LUGLIO).
Pisapia,
con un’argomentazione giuridicamente distorta, fondava le proprie
argomentazioni su un'ordinanza della Corte Costituzionale, che invece diceva
tutt’altro (LEGGI L'ORDINANZA).
Oggi,
su scala nazionale (come avevamo previsto) quel fronte – non pago delle delibere sulle unioni civili che, come avevamo anticipato, costituivano solo un
pretesto – chiede il riconoscimento dei matrimoni gay.
Ancora
una volta ciò avviene sulla base di semplificazioni giornalistiche nell’esame
di una sentenza, questa volta della Cassazione (la 601/2012: LEGGI LA SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE).
Si
sostiene che la Suprema Corte avrebbe messo in dubbio che vivere in una
famiglia composta da una coppia omosessuale sia dannoso per il bambino. Anna Paola
Concia, parlamentare del Pd ed omosessuale, plaude alla sentenza: “La
Cassazione giustamente afferma che non ci sono certezze scientifiche a questi
preconcetti”.
Ancora
una volta, una sentenza viene letta in modo strumentale e parziale (per questo
la pubblichiamo integralmente).
La
Cassazione non dice, né potrebbe farlo perché non le compete, una cosa simile.
Si
limita a dire che, nel caso in esame (le sentenze della Cassazione riguardano solo
casi concreti), la difesa del ricorrente ed i Servizi Sociali non avevano
fornito una prova sufficiente del danno che sarebbe derivato al minore. E’ un
principio basilare nel diritto: chi afferma una tesi la deve provare. In questo
caso, la difesa si è limitata ad affermazioni generiche, e la Cassazione si
limita ad affermare che manca la prova.
Nient’altro.
Il “preconcetto”
(leggere per credere) di cui parla la Suprema Corte non è un giudizio di merito
da parte della collettività: è riferito, al contrario, alle generiche
argomentazioni del ricorrente.
Abbiamo
già specificato che, in questa materia, la parola spetta esclusivamente al
legislatore: non è certo la Cassazione che può
farsi carico di temi etici di questa portata.
Ora,
con la possibile vittoria della sinistra di Vendola (e di Ingroia), è plausibile
attendersi un’iniziativa parlamentare finalizzata ad istituire i matrimoni
omosessuali.
Con
qualche distinguo: va ricordato che, qualche anno fa, Massimo D’Alema dichiarò
pubblicamente che i matrimoni gay offenderebbero il sentimento religioso di
tanti. Menzioniamo, inoltre, Rosy Bindi e Dario Franceschini i quali, durante l’ultimo
Governo Prodi, si sono opposti a questa soluzione.
In
Francia, anche Francois Hollande, forte di una maggioranza saldissima, sta
riflettendo sul progetto di legge presentato, dopo la manifestazione dei giorni
scorsi.
Porre
il tema dei diritti civili è legittimo e discuterne è doveroso.
Ma,
come recita l’art. 29 della
Costituzione, la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio, da
intendersi esclusivamente come unione tra un uomo ed una donna.
Va
ricordato, inoltre, che, a differenza di altre religioni, per la religione Cattolica
il matrimonio non è una semplice unione affettiva, ma è elevato alla dignità di
sacramento. E, su quest’ultimo aspetto, c’è ben poco da discutere: per i
credenti, questa è la visione della Chiesa.
Per
questi motivi noi ci dichiariamo fermamente contrari al matrimonio tra gay (pur
rispettando profondamente le persone omosessuali ed essendo convinti che esse
debbano godere – sul piano civile – dei medesimi diritti ), ed all’adozione da
parte di coppie omosessuali, e
difenderemo questo principio ad ogni livello e con ogni utile strumento
democratico, ma con la massima determinazione.
Lo Staff di Liberamente
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