domenica 16 ottobre 2011

Roma, 15 ottobre 2011: violenza senza scopo

Le scene di violenza cui abbiamo assistito ieri a Roma incarnano un problema di carattere mondiale.
Scontata la solidarietà ai manifestanti ( sulle cui ragioni di merito torneremo in altra occasione), occorre chiedersi perchè dei ragazzi così giovani diano vita ad una violenza così distruttiva, così inutile e così dichiaratamente priva di scopo.
Unico scopo di questi ragazzi è generare il caos, colpire gli odiati sbirri e sfogare la propria rabbia verso i simboli di ciò che odiano: la società occidentale come la conosciamo.
Colpisce ancora di più pensare che si tratta di giovanissimi, molti minorenni, che non esitano a compiere atti che possono tranquillamente uccidere. Non hanno leader, non hanno modelli di società da proporre, non hanno  ragioni da spiegare.
Per trovare una spiegazione, parlare del disagio giovanile che deriva dalla crisi e dalla globalizzazione è scontato e scivoloso (al G8 di Genova questa crisi non c'era, eppure..).
Non si crede di andare molto lontano dicendo che questo tipo di violenza è parente molto stretta di quella che si genera negli stadi di calcio; con la rete questi soggetti hanno trovato un formidabile strumento organizzativo, e, purtroppo, in buona parte la contestazione nei confronti della finanza rappresenta un pretesto come un altro per sfogare la propria frustrazione per una condizione di vita che non accettano.
Va detto: per prima cosa vanno fermati.
Attraverso azioni di intelligence sulla rete e nel territorio (ad esempio nei centri sociali dove, al di là di ogni strumentalizzazione politica, questo humus trova terreno fertile) si deve assolutamente arrivare ad identificare questi individui e metterli in condizione di non nuocere, per esempio impedendone gli spostamenti in occasione di manifestazioni di massa.
E, ovviamente, arrestando quelli che siano riconosciuti colpevoli di atti di violenza, e punendoli severamente.
Probabilmente, vista la giovane età, è l'unico modo per aiutarli.

Luca Manassero

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